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Un Circo(lo) vizioso.

E’ uno spettacolo divertentissimo, anzi, spaventoso. Fa ridere, anzi, fa piangere. Il teatrino della politica ricomincia, anzi, non è mai finito e questo secondo atto è già sfavillante di luci e di colori e gli attori, anzi, i comici, anzi, i pagliacci già danzano felici al ritmo degli applausi, anzi, dei singhiozzi. La scena è ricca. Ci sono i mangia-fuoco come Scilipoti, assistito dall’affascinante Polidori chiamata “Miss Cepù”, che hanno votato no alla sfiducia di Berlusconi e ora riescono a ingoiare dieci bocconi “infuocati” al dì. Ci sono abili giocolieri come D’Alema che con abilità continua imperterrito a restare nel centro-sinistra e che in pochi millisecondi ed un passaggio da una mano all’altra dietro la schiena, riesce a sostenere Berlusconi meglio di chiunque altro, anche se è di centro-destra. C’è l’equipe del PD, detta dei “Per Dio”, dalle urla che gli artisti emettono ogni volta che dopo l’inizio buono dell’esibizione si mettono a litigare e cominciano a tirarsi chiodi e bottiglie di vetro rotte e si spaccano blocchi di cemento sull’addome e sulla testa. La domatrice MaryStar Gelmini porta un numero mai visto in nessun Circo del mondo: la Ministra si chiuderà in una gabbia con un gruppo di studenti, 5 liceali e 5 universitari, e tenterà di convincerli che il suo ddl non fa schifo e che se si oppongono verranno strumentalizzati dai baroni. Se ci saranno problemi interverrà l’aiuto-domatrice Gasparri con gli arresti e, al limite, i ragazzi di Radio Padania entreranno con poliziotti in tenuta anti-sommossa, nascosti fino a quel momento dai cilindri rossi degli assistenti circensi come nel Cirque du Soleil, per “picchiare duro e spaccare le ossa” come già annunciato dai loro speaker d’oltre Po’. C’è anche un lanciatore di coltelli, La Russa detto “La Rissa”, che si diverte e fa divertire come matti gli spettatori: si rivolge verso la platea e inizia a lanciare coltelli e urlare “vigliacchi” agli studenti presenti. Nonostante le atroci morti non manca l’affluenza di giovani perché per non farsi colpire basta indossare un adesivo del Pdl sulla giacca o avere nel portafoglio un santino di Berlusconi. Anche il mago Fini “Ora voto si, ora voto no” diverte e fa divertire. E finché non arrivano bollette e sentenze riesce a farti credere che la magia esiste e che solo lui riesce a controllarla. C’è l’equilibrista Casini, sempre al centro del cordone di Casta sospesa, che tenta in ogni modo di non cadere giù nella vasca di pirahna, ovvero noi. Spicca anche un clown-paroliere, detto “Tremorti” per l’aria più truce e più seria rispetto agli altri artisti, che è abilissimo nel recitare filastrocche e scioglilingua di contabilità come “Tre tigri contro tre tigri” e “Trentatré trentini andarono a Trento, tutti e trentatré trotterellando”. I maliziosi comunisti insinuano che gli riesca facile il numero solo per la pronuncia della “erre” che muta in “evve”, ma fortunatamente la gente non si fa influenzare, pardon, influenzave. Infine c’è un artista multiforme, il più famoso. Nano, pagliaccio, mago, giocoliere, domatore, cavallerizzo, fachiro, lanciatore di coltelli. Si fa chiamare “Papi” e per renderlo più accattivante è stato circondato da ballerine in costu-mini trasparenti chiamate “le Ministre”. E’ il vero punto cardine del Circo. La colonna portante che si assume colpe e vittorie di tutta la troupe, detta “politica”, anzi, “Casta”. Questo Circo gira il mondo, tutti ne ridono come fosse il peggior Circo di periferia, ma qui in Italia sembra talmente meraviglioso e divertente che non vediamo null’altro che quelle luci e quei colori. E non ci accorgiamo di come il tendone si stia abbassando sempre di più e l’aria stia diventando irrespirabile. Tutti presi dai trucchetti dei saltimbanchi non capiamo che mentre guardiamo meravigliati lo spettacolo, anzi, la distrazione, ci rubano portafogli e collane, camicie, borse, scarpe e pantaloni. I denti d’oro se ne vanno in pochi secondi, così le unghie, gli organi, il cuore, lo stomaco. Restano solo gli occhi, fissi nel vuoto, per non farci svegliare. Mentre Miss Cepù ingoia la spada i figli provano a crescere ma il tendone troppo basso li asfissia. L’erba, sotto il tendone, non cresce più. E si alternano gli artisti, anzi, i bastardi, ma sono sempre gli stessi, magari con il vestito nuovo, magari con parole che non hanno mai nemmeno considerato, ma sempre loro. Una maratona che non finisce mai dove gli atleti si sostituiscono ogni giro ma i nomi in classifica sono sempre uguali. Ora c’è il gran finale, anzi, il grande inizio. Il Terzo Polo, i moderati, i cattolici, gli outsider, gli incartapecoriti, gli immortali. Tutti a cianciare di alleanze e unioni, in un confusionario “quello si”, “quello no”, che dopo pochi minuti diventa sempre un ennesimo e inutile “quello no”, “quello si”. Per questo quella che fu un tempo la Politica, per il bene comune, è ora un Circo(lo) vizioso. Direi la zona erogena per il malaffare del Paese. La fogna per gli onesti e la fontana della giovinezza (e dell’impunità) per i criminali. Ma siamo sempre noi, alla fine, che ce lo prendiamo nel cu**.

Di Giovanni Ugo.